Ho comprato questo libro primariamente per il titolo, perchè amo il caffè (corto, lungo, cappuccino, caffelatte, in tutte le forme!) e un romanzo in cui si parla di caffè non me lo potevo far sfuggire. Non penso di aver nemmeno letto la trama, ma di averlo messo in wish list un po' di tempo fa solo perchè di "pancia" mi ispirava. Succede no, con i libri? Una copertina, un titolo e lo DEVI comprare anche se magari la trama non t'interessa granchè - o sono solo io?!?
Ho iniziato a leggerlo e, come faccio sempre quando leggo, mi sono fatta avviluppare dalla storia, trasportare dai personaggi in Ungheria prima e a Londra poi, ma, sfortunatamente, quel senso di trasporto totale nel romanzo non è avvenuto, ho trovato i personaggi bi-dimensionali e, nonostante la trama di per sè sia interessante, non mi ha coinvolta per nulla. Non ho "sentito" alcuna emozione trapelare da questo sintetico e succinto stile narrativo.
Un scrittura semplice, capitoli brevi, ma forse troppo brevi per le tematiche trattate. Perchè questa moderna favola di tematiche importanti ne contiene molte, dalla vita in orfanatrofio alla ricerca di una vita migliore a Londra, dall'auto-lesionismo alla gioia delle piccole cose, da padri violenti a madri che abbandonano i figli per disperazione, dal cinismo delle grandi multinazionali all'ingenuita' del protaognista. Una marea di argomenti, tutti ammassati in questo librino, ma senza davvero essere trattati in profonditá e forse proprio questo mi ha delusa in questo romanzo.
Una storia carina, ma carina e basta, la classica favola a lieto fine alla Disney, dove in questo caso Cenerentola è un ragazzo ungherese, Imi, che dall'orfanatrofio (tra l'altro un orfanatrofio dove, seppur poveri, i bimbi vengono trattati molto bene) si trasferisce a Londra a casa di una "fata madrina" pazzerella e sembra aver trovato la terra promessa nella capitale inglese lavorando in una catena di coffee shop. Ma ovviamente Imi nella sua ingenuitá non si accorge che questa multinazionale non é davvero il sogno in cui sperava. Quindi peripezie, guai, amici che intervengono, altre tematiche importanti buttate li' (la vita degli immigrati a Londra, il carattere della vicina, etc.), il nostro eroe viene salvato e sposa il principe azzurro - non in senso letterale, ovviamente!
Quindi, ecco, una favoletta carina, ma senza tanto spessore, secondo me, e, soprattutto, lo stile dello scrittore non mi ha entusiasmata.
Overall rating: 6 Plot: 6 Writing style: 5 Cover: 7
Author: Nicola Lecca
Publisher: Mondadori
Pages: 233
Publication year: 2013
Plot:
A diciotto anni, Imi ha finalmente realizzato il suo sogno di vivere a Londra. A bordo di un vecchio treno malandato ha lasciato l'orfanotrofio ungherese dove ha sempre vissuto e, nella metropoli inglese, si è impiegato in una caffetteria della catena Proper Coffee. Il suo sguardo è puro, ingenuo e pieno di entusiasmo: come gli altri orfani del villaggio di Landor, anche lui non permette mai al passato di rattristarlo, né si preoccupa troppo di ciò che il futuro potrebbe riservargli. Le tante e minuziose regole che disciplinano la vita all'interno della caffetteria - riassunte nel Manuale del caffè cui i dirigenti della Proper Coffee alludono con la deferenza riservata ai testi sacri - gli sembrano scritte da mani capaci di individuare in anticipo la soluzione a qualsiasi problema pur di garantire il completo benessere di impiegati e clienti. La piramide gerarchica che ordina la Proper Coffee sembra a Imi assai più chiara e rassicurante del complesso reticolo di strade londinesi. Dovrà passare molto tempo prima che Imi - grazie al cinismo di un collega e ai consigli della sua padrona di casa - cominci a capire la durezza di Londra e la strategia delle regole riassunte nel Manuale del caffè. Tanto candore finirà per metterlo in pericolo: e sarà allora Morgan, il libraio iraniano, a prendersi a cuore il destino di Imi, coinvolgendo nel progetto Margaret, una grande scrittrice anziana e ormai stanca di tutto, ma ancora capace di appassionarsi alle piccole storie nascoste tra le pieghe della vita.
The Author:
Scrittore nomade che ha abitato a lungo a Reykjavík, Visby, Barcellona, Venezia, Londra, Vienna e Innsbruck.
La sua raccolta di racconti "Concerti senza Orchestra" (Marsilio 1999) è stata finalista del premio Strega. All'età di ventisette anni ha ricevuto il premio Hemingway per la letteratura. Ha scritto, fra l'altro: "Ritratto Notturno" (Marsilio 2000), "Ho visto Tutto" (Marsilio 2003), "Hotel Borg" (Mondadori 2006), "Ghiacciofuoco" (Marsilio 2007), "Il corpo odiato" (Mondadori 2009), "La piramide del caffè" (2013). I suoi saggi filosofici "L'amore perduto per l'attesa" e "Di quasi tutto non ci accorgiamo" sono stati pubblicati in olandese dal Nexus Instituut di Tilburg. Le sue opere sono presenti in quindici Paesi europei.
Ciao! Ma quanto è bello il tuo blog :) Ho visto una tua foto su instagram e sono venuta a sbirciare, anche perché mi sono innamorata della copertina di questo libro. Peccato che la storia non ti abbia conquistato del tutto, ma io sono comunque curiosa e credo proprio che darò una possibilità a questa lettura :)
ReplyDeleteMi sono unita ai tuoi lettori fissi. Se ti va di dare un'occhiatina al mio blog, ti lascio il link https://capitolozeroblog.blogspot.it/
A presto!
Ciao Maria! grazie mille! vado subito a vedere il tuo blog. Si davvero un peccato perche' i presupposti in questo libro c'erano tutti! tu lo hai letto?
DeleteNo, non l'ho letto anche se mi ispira parecchio nonostante i pareri negativi. E credo che gli darò una possibilità :)
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